Mettere la persona giusta al posto giusto. Se pur questa massima sia ormai divenuta scontata nelle Direzioni del Personale e gli sforzi per rendere più oggettive ed efficaci le scelte si moltiplichino, non sempre le filosofie ed i metodi di selezione coincidono generando, in chi nelle aziende si trova a dover operare una scelta, confusione. Mentre per alcuni, infatti, ispirati ai modelli meccanicisti e psicotecnici, scegliere le persone giuste significa semplicemente misurare nei candidati la presenza delle capacità costitutive delle abilità complesse al pari delle molecole nei composti chimici, per altri, ispirati ai modelli relazionali, mettere la persona giusta al posto giusto, significa invece verificare l'integrabilità dell'uomo al sistema sociale lavoro, con le sue regole, tempi e cultura.
Le due concezioni rispondono ovviamente a visioni dell'uomo totalmente diverse: mentre nel primo caso, infatti, l'uomo è considerato una macchina che come ogni altro oggetto o fenomeno può essere scomposto nelle sue parti costitutive, nel secondo caso l'uomo è un soggetto sociale spinto da motivazioni intrinseche che devono essere appagate nell'ambiente che lo circonda. Quale conseguenza mentre nel primo caso selezionare assume il senso di misurare, si colora nel secondo caso del significato di trovare coerenza tra le aspettative individuali e quelle dell'organizzazione. Pur non ignorando l'importanza della misurazione, soprattutto nelle selezioni dei grandi numeri, il nostro approccio si caratterizza per un orientamento al modello relazionale orientato a verificare la coerenza tra le persone ed i sistemi organizzativi.