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Il Laboratorio è una metodologia didattica consistente nell’utilizzare l’aula più che quale luogo di passaggio di teorie o informazioni, quale palestra, un ambiente protetto dove esercitarsi e mettere alla prova se stessi. Fondamento di tale pratica formativa è infatti l’esperire e cioè lo sperimentare sé stessi in situazioni di lavoro simili a quelle che le persone si trovano a vivere ogni giorno, con il fine di migliorare la capacità di performare. È per questo motivo una tecnica di formazione considerata esperienziale essendo mirata più che a trasferire delle conoscenze, a sviluppare delle capacità pratiche.

Finalità

Le finalità per cui viene utilizzato sono diverse potendo essere indirizzato allo sviluppo delle capacità di problem solving alle capacità di comunicazione assertiva, potendo però prevedere un’ampia gamma di Soft Skill comunemente classificate come capacità manageriali tra cui si possono annoverare l’organizzazione, la gestione delle risorse e le capacità di relazione.

Il modo in cui lo Studio a&m propone il Laboratorio prevede due fasi: la prima volta a rendere consapevoli le persone dei propri stili di comportamento e la seconda mirata alla sperimentazione di repertori di azione alternativi, scelti tra quelli proposti dal docente. La possibilità di avere un quadro del proprio modo di agire attraverso del feed back e dei questionari di auto ed eteropercezione e l’opportunità che si offre di mettersi alla prova in più occasioni con i role playing costituiscono gli elementi essenziali, facendo di tale metodo uno strumento davvero unico per lo sviluppo di se stessi.
Fondamentali in tale quadro sono ovviamente gli strumenti che si utilizzano per la diagnosi e la sperimentazione.

Nel concreto gli strumenti utilizzati sono, oltre la lezione teorica:

  • l'analisi di casi critici e cioè di episodi realmente vissuti dai partecipanti che, per la loro rilevanza sul piano dei comportamenti attivati, assumono una valenza simbolica
  • lo storytelling in cui i partecipanti sono invitati ad inventare dei brevi racconti a tema, ispirati ad esempio alla leadership o alla negoziazione, scegliendo l’ambientazione (il passato, il futuro…), il genere (il mondo dei pirati, del west, della fantascienza...)
  • i role playing ed analisi (attraverso videoregistrazione) delle performances individuali in esercitazioni standard individuali, a due e di gruppo (livello di difficoltà semplice)
  • i role playing ed analisi (attraverso videoregistrazione) delle performance individuali in casi critici realmente vissuti - simulazione di critical incident (livello di difficoltà alto)
  • le analisi di spezzoni di film e confronto del comportamento individuale con il comportamento tipizzato nei personaggi prescelti
  • i feedback degli altri partecipanti del gruppo
  • i feedback dei conduttori del corso

I metodi dello studio a&m

Per facilitare un progressivo e graduale processo di apprendimento è ovviamente fondamentale che le esercitazioni seguano una graduazione in termini di difficoltà: affinché un individuo possa accettare di “mettersi in gioco” infatti dovrà necessariamente passare da situazioni “facili”, dove è più facile avere successo, a situazioni “più complesse” dove le cognizioni apprese vengono messe a più dura prova.

È una pratica formativa centrata sull’utilizzo della drammatizzazione e si svolge per lo più in teatri o in azienda, in aule appositamente predisposte. Considerando la sua natura esperienziale basata sul fare, è classificata come una tecnica “oltre l’aula”.

Tra le forme in cui lo Studio propone tale pratica formativa vi è il Teatro Osservato ed il Teatro Agito potendo implicare la semplice osservazione di pièce, recitate da attori professionisti o viceversa richiedere ai partecipanti ad un corso di agire in prima persona nella costruzione e rappresentazione di sceneggiature e copioni.

Tecniche e finalità

Tra le forme di Teatro osservato vi è il Teatro alla Carta o Teatro a Tema, in cui gli attori professionisti sono chiamati a rappresentare una pièce teatrale scelta sulla base della sua rilevanza metaforica per un’azienda. Spesso proposto nel corso di una convention, può avere un effetto dirompente per favorire l’attivazione emotiva e la riflessione su temi di particolare rilievo come la motivazione, l’inclusione delle diversità o la necessità del cambiamento.

Forse anche più efficace tra le tecniche del Teatro osservato vi è poi il Teatro su Misura in cui il copione, pur recitato da attori professionisti, è però scritto e sceneggiato dai dipendenti aziendali. La possibilità di mettere in scena storie di rilievo e di rappresentare dal vero episodi e vissuti, costituisce l’elemento di maggior pregio, potendo ancor più attivare e far rivivere emozioni importanti in un contesto ed in un momento storico. A seconda del tema scelto può essere utilizzato per attivare emozioni o favorirne la catarsi, andando a toccare in modo diretto quelle componenti del pensiero emotivo ed intuitivo che tanta parte giocano nel muovere motivazioni, modificare atteggiamenti e cambiare i comportamenti.

Ancor più efficace in tale direzione vi è poi il Teatro agito dove, come detto, sono i dipendenti aziendali a costruire e mettere in scena degli spettacoli. Tra le forme in cui viene proposto vi è quella in cui il tema messo in scena è tratto dalla letteratura e cioè dal repertorio delle pièce teatrali e quella in cui tanto il tema quanto la sceneggiatura vengono realizzati dal gruppo in formazione. Quest’ultima versione, che ovviamente costituisce la formula con il più alto impatto emotivo, ha lo svantaggio di richiedere tempi piuttosto lunghi, non sempre conciliabili con quelli aziendali.

Il valore del teatro d’impresa

Al di là della formula che si utilizza è però evidente l’alto impatto che il teatro può giocare nel promuovere il cambiamento individuale o di gruppo, potendo toccare ancor più di altri format le emozioni, per la presenza fisica degli attori. Il visualizzare l’inefficacia di un comportamento, il riconoscere nell’agito di un attore i lineamenti di un esempio da seguire o addirittura il provare i comportamenti di maggior desiderabilità costituiscono gli elementi più salienti di tale pratica, collocando il teatro tra le tecniche creative di maggior pregio della formazione manageriale.

È una metodologia di formazione che si basa sull’utilizzo di esercitazioni pratiche implicanti il movimento e l’esercizio del corpo, all’aperto o in ambienti chiusi di grandi dimensioni, come palestre o capannoni. È in altre parole una formazione che sfrutta l’azione fisica e l’esperienza pratica. Sono esempi di esercitazioni outdoor il salire su di un albero, l’attraversare un ponte con delle corde o il semplice cooperare con i colleghi per costruire un oggetto e cioè situazioni individuali o di gruppo.
L’azione e cioè il movimento costituirà la base per la successiva riflessione, in cui le persone saranno invitate a prendere consapevolezza degli stili comportamentali posti in essere e delle reazioni emotive sperimentate ai fini di un possibile evoluzione e miglioramento.

La formazione outdoor si articola infatti in tre momenti:

  • l’azione in cui i partecipanti vengono invitati a sperimentare in prima persona esercizi individuali e di gruppo (costruzione di oggetti, attraversamento di ponti sospesi...) 
  • l’osservazione in cui il docente/formatore invita il gruppo a scambiare feed back sul comportamento tenuto dai diversi partecipanti (cosa ho visto e sentito) 
  • la riflessione o debriefing in cui il docente invita il gruppo in formazione a razionalizzare le osservazioni sul comportamento in termini di apprendimenti (cosa ho capito di me e degli altri)

Finalità

Fondamentale per un’efficace gestione di tale tipo di formazione è il valore metaforico dell’esperienza al fine di rendere più agevole per il partecipante trasferire gli apprendimenti al luogo di lavoro. Se è ad esempio la costruzione del team la finalità dell’azione formativa dovranno essere utilizzate esercitazioni centrate sulla coesione e sul superamento delle diversità, mentre saranno utilizzate prove di sfida del rischio (come il camminare sospesi su corde), se ci si pone obiettivi di aumento della self esteem.

I metodi dello studio a&m

Le forme in cui o Studio a&m propone l’outdoor prevede due tipologie: le corde alte e le corde basse o small technicques.

Corde alte. Le pratiche che rientrano in questa tipologia sono tutte caratterizzate dallo svolgersi a diversi metri dal suolo (fino a 20 metri) e di conseguenza dal sollecitare emozioni forti. Se pur utilizzate per varie finalità, lo scopo di queste attività è per gran parte legato allo sfidarsi ed indurre nelle persone la fiducia nei propri mezzi e la consapevolezza della possibilità di oltrepassare i propri limiti. Per la tipologia degli esercizi che vengono proposti, è gioco forza l’utilizzo di campi appositamente predisposti, generalmente situati nel Centro e nel Nord Italia.

Corde basse o small techniques. Fanno parte delle corde basse tutte quelle pratiche ed esercitazioni fisiche caratterizzate dallo svolgersi a pochi metri di altezza se non direttamente a terra. Caratteristica di tali attività, che per la loro natura possono essere svolte anche indoor e cioè in spazi chiusi come palestre, è il loro sollecitare la soluzione collettiva di problemi comuni e lo stimolare quindi il problem solving di gruppo ed il team building.

Derivato dalla pratica sportiva, in cui vi è un coach o allenatore che allena i membri di una squadra o i singoli atleti al miglioramento della performance, il coaching in azienda fa riferimento a quelle pratiche formative in cui un professionista, stabilisce una relazione di aiuto con uno o più persone con l’intento di migliorarne i risultati.
Fondamento di tale pratica formativa, è che il coachee e cioè “il cliente” non sia diretto ed indirizzato nelle sue azioni dal coach ma sia, al contrario, stimolato a svilupparsi secondo una sua linea di condotta.

La finalità del coaching è infatti di liberare le potenzialità di una persona perché riesca a portare al massimo il suo rendimento. Basilare, per il raggiungimento di un tale risultato, è l’azione di stimolo al miglioramento esercitata dal coach, consistente nell’aiutare la persona ad apprendere piuttosto che il limitarsi ad impartire insegnamenti o lezioni.

Il coaching, che in tale accezione assume il significato di una pratica formativa e di sviluppo piuttosto che di insegnamento, fonda la sua azione sulla pratica e cioè sull’utilizzo delle situazioni di lavoro quali occasioni dove allenarsi e sperimentare le modifiche auspicate.

Ambiti operativi

Gli ambiti operativi in cui il coaching può essere impiegato sono molteplici potendo spaziare dallo sviluppo della capacità di vendita a quelle di assistenza del cliente, potendo però estendersi più in profondità dalla gestione del ruolo di manager a quello della gestione delle relazioni con gli altri.

A seconda della finalità che ci si pone può avere una durata variabile da uno a più mesi e può prevedere un numero limitato o più esteso di incontri. Indipendentemente dalla durata le fasi attraverso cui si sviluppa sono però le medesime, prevedendo la definizione del contratto e cioè degli obiettivi e delle regole degli incontri, la pianificazione delle azioni che il coachee metterà in atto nel suo allenamento, il supporto allo sviluppo e cioè l’assistenza all’azione di allenamento e la verifica dei risultati.

I metodi dello studio a&m

La particolarità con cui lo Studio a&m propone il coaching è la modalità in cui si esercita, essendo il fare coaching mirato non solo a definire le azioni di allenamento ma a supportare il coachee nel comprendere e modificare gli schemi mentali che guidano l’azione. Fondamentale in tale direzione il riferimento ai principi della psicologia cognitivo comportamentale.

Rilevante infine nell’accezione in cui lo Studio a&m propone il coaching, è la graduazione dell’allenamento per livelli di difficoltà. Affinché la persona possa apprendere più efficacemente il coach proporrà infatti esercizi di difficoltà crescente volti a far acquisire fiducia nei progressi fatti.