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Valutazione delle Posizioni e Sistemi Retributivi: Strumenti a confronto - tam tam 23 - 2005

di Paolo Augugliaro

Ricompensare le persone in modo equo e cioè stabilire un nesso oggettivo ed inappellabile tra lavoro e retribuzione è un tema annoso su cui ci si interroga da almeno un secolo. E' più giusto pagare il risultato conseguito o la responsabilità assegnata? E' più corretto remunerare la professionalità di una persona o la posizione che questa ricopre?

Seppure sia ormai pratica comune, almeno in Italia, il pagare la posizione per il contenuto della stessa ed indipendentemente dal modo in cui si performa all'interno della stessa, è da qualche tempo tornata in auge l'idea di remunerare il lavoro in base alle caratteristiche della persona, valorizzando il patrimonio di competenze di cui questa è portatrice. Forse per effetto della macchinosità di valutare le posizioni in modo puntuale e forse anche per effetto della necessità di valorizzare meglio il contributo del singolo, infatti, molte delle strumentazioni della Direzione del Personale di valutazione del lavoro, basate sulla monetizzazione della posizione, sono state poste in crisi, andando a minare quel senso di sicurezza che, chi opera in tale funzione, era solito possedere. Se anche non si abbia la pretesa di risolvere la questione o di offrire certezze, proveremo in questo articolo a descrivere quali siano le metodologie più accreditate evidenziando per ciascuna quale sia la derivazione storico-concettuale e quali siano, dal nostro punto di vista, i vantaggi e gli svantaggi del suo utilizzo.

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