E’ esperienza comune di tutti noi l’aver vissuto e lavorato per aziende dove si respirava un’aria di positività e di benessere ed al contrario in realtà dove vi era una tensione palpabile. Ci sono infatti aziende in cui abbiamo lavorato con piacere e realtà da cui siamo fuggiti o in cui abbiamo evitato di entrare. Il solo ricordo con riferimento a queste ultime ci disturba. Gli elementi che danno corpo a tali sensazioni sono ovviamente diversi per ciascuno di noi ma alcuni ricorrono in modo costante: spazi angusti degli uffici o al contrario troppo grandi ed impersonali, arredi obsoleti o scarsamente accoglienti, norme rigide o assenti di regolazione del comportamento, modi di vestire, di parlare e di comunicare evidenziati come preferibili, così come modi di dimostrare il proprio valore, di essere incentivati e di fare carriera piuttosto particolari e non sempre condivisibili.
Il disagio che percepiamo ed a volte non siamo neanche in grado di razionalizzare e descrivere in modo completo ed esaustivo, è spesso il derivato di vere e proprie “patologie organizzative” che in forma più o meno esplicita minano il benessere delle aziende o delle istituzioni nelle quali viviamo e ne fiaccano l’efficienza.
E’ obiettivo di questo nostro contributo delineare i principali tratti di tali “sindromi”, rintracciarne le cause ed evidenziare il ruolo che la funzione HR può giuocare in tale contesto per la loro gestione, avendo ovviamente percezione di come la battaglia si giochi su più fronti e di quanto la Direzione del Personale debba trovare sinergie con altre funzioni per una più radicale soluzione dei problemi.
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