L'idea che si ha comunemente dell'intelligenza, è che sia una caratteristica innata, che si ha o non si ha. "E' una persona intelligente .. o .. poco intelligente", che si sente a volte dire, suona in tal senso, come un marchio indelebile che, al pari delle fattezze fisiche o del carattere, appare attaccato all'individuo come un qualcosa di connaturato e di inesorabile. L'intelligenza, che in tal modo assurge a dote intrinseca dell'individuo, più che al comportamento, viene cioè percepita nell'immaginario collettivo, come una qualità immutabile, un monolite, che nessuno può minimamente scalfire o modificare nella forma. Forse per questo e forse anche per l'imbarazzo che ne consegue nell'andare o nell'inviare ad un corso di formazione sull'argomento, i seminari che si attivano sul tema del Problem Solving non sono certo quelli più scelti, rimanendo nei cataloghi come un'appendice utile ma non proprio indispensabile, cui attingere solo nel caso di una conclamata carenza.
Ma è veramente così? E' cioè l'intelligenza un qualcosa di immutabile?
Loggati o registrati per leggere gratuitamente l'intero articolo