Noi tutti sentiamo e sperimentiamo emozioni. Siamo più o meno spesso felici, contenti, speranzosi, o invece tristi, delusi piuttosto che impauriti, ansiosi, irritati o arrabbiati. Appassionarsi, così come disilludersi è infatti parte dell'essere umano ed è fuor di dubbio come tale facoltà rivesta un ruolo fondamentale per la vita di ogni uomo, così come per il progresso dell'umanità. Se Colombo non si fosse appassionato della sua idea e non avesse creduto, al di là della razionalità, in qualcosa di ignoto non si sarebbe scoperta l'America. Se l'uomo non si innamorasse di un partner sarebbe difficile pensare alla sopravvivenza della specie. Se ciascuno di noi non provasse piacere nello stare in compagnia saremmo probabilmente tutti soli con inevitabili conseguenze per la nostra personale sopravvivenza. E se tutti noi non ci appassionassimo al lavoro, è assai probabile che le nostre performance sarebbero più scadenti con ovvie ripercussioni per noi e le aziende nelle quali lavoriamo.
Se quindi è indubbio come le emozioni rivestano un ruolo positivo e costruttivo per il nostro adattamento, per il futuro dei nostri progetti e delle aziende nelle quali lavoriamo o più in generale per la sopravvivenza dell'individuo e della specie, è però altrettanto evidente come esse possano rivestire un ruolo negativo se non dannoso. Se, infatti, non mancano esempi eclatanti di atti estremi compiuti da persone sotto l'impeto di qualche impulso o passione violenta, non sono a tutti noi sconosciuti i comportamenti a volte esagerati di cui siamo vittime, in cui facciamo o diciamo cose di cui poi ci pentiamo. Possono costituire un esempio le nostre reazioni colleriche nei confronti di un collega che non si mostra in accordo con noi in una riunione, la nostra ostinazione nel mettere in atto azioni dannose o pericolose come per esempio fumare o correre in auto, le nostre timidezze che ci bloccano nel parlare in presenza di tante persone o anche e più semplicemente, il nostro impaccio nel realizzare un'attività in cui siamo peraltro competenti, solo perché osservati da qualcuno che ci giudica.
Ciò che ci accade dentro e cioè le nostre sensazioni ed emozioni, è in altre parole centrale nella nostra esistenza potendo costituire un elemento fondamentale per il nostro adattamento come individui, così come per la riuscita del nostro lavoro e delle nostre attività. Utilizzare le emozioni piuttosto che esserne schiavi, restituendo agli individui ed indirettamente alle aziende per cui si lavora, una maggiore capacità di controllo e di decisione, sta per questo divenendo centrale nei programmi di valutazione e di formazione, rendendo il concetto di competenza emotiva fondamentale. Il presente lavoro vuole costituire un contributo alla chiarificazione del tema prendendo in considerazione per primo, cosa e quali siano le emozioni, per poi offrire una definizione del senso di competenza emotiva. Una disamina di quali elementi si debbano prendere in considerazione per un assessment di tale competenza e soprattutto quali strumenti e tecniche possano essere utilizzati per il suo sviluppo, completerà le nostre riflessioni, lasciando al lettore la possibilità di valutare se inserire tale la competenza nel novero delle abilità di base in azienda, così come di trarre qualche spunto per un eventuale utilizzo pratico.
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